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Il mondo in una stanza. Gli studenti e la scuola al tempo della lontananza

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"Ciao ragazzi, come state?". E' mattina, ore 9.00, siamo tutti virtualmente collegati . Tavolo della cucina, letto della cameretta o poltrona trasformati in banco scolastico. Mi rivolgo alle mie alunne e ai miei alunni di quinta con la formula di rito, che adesso si accompagna ad altre esclamazioni: "Ragazzi, com'è bello vedervi!". Sì, anche se ci 'vediamo' su un monitor. Già, la scuola al tempo dell'epidemia, ovvero la scuola al tempo della distanza. Scuola e distanza sono termini che non vanno d'accordo, fanno un ossimoro. Esiste la distanza fisica dettata dall'emergenza, quella che ha chiuso le aule e che ci ha fatti rintanare nelle case; una distanza colmata dalla tecnologia, più che mai salvifica anche quando zoppicante o difettosa. Scuola e distanza non vanno d'accordo per il semplice fatto che la scuola è nella vicinanza : è l'essere insieme, nel confronto e nella dialettica, finanche nello scontro o nel disastro. V.