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Con i piedi per terra. Sull'arte, sui sogni e sul camminare

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Con i piedi ben piantati per terra. E' una condizione collettiva, quella in cui si impone l'esercizio della realtà che siamo chiamati a svolgere in particolare nel nostro tempo. Saldi, ma nello stesso tempo con il desiderio di normalità, come quella di girovagare facendo passi uno dietro l'altro nell'esplorazione dei luoghi.  Metto insieme questi pensieri studiando alcune opere che parlano - tra le altre cose - di estremità. Ma quando mai ci ritroviamo a parlare di piedi? E nell'ambito della storia dell'arte? Eppure fanno parte del nostro corpo, ci hanno aiutato nella conquista della posizione eretta e a ben guardare dentro alle tele o altre opere d'arte dicono molto dello spirito con cui un artista si mette al lavoro. D'altra parte, come dice la leggenda, anche Buddha ha misurato l'universo facendo sette passi in ciascuna delle direzioni dello spazio. Come spesso succede trovato un filtro attraverso cui osservare quel che abbiamo davanti, ecco che

Allegria a quattro zampe. Storie di cani nell'arte

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L'idea me l'hanno data loro, i miei alunni, come spesso succede per i soggetti dei post. In questi tempi di scuola a distanza cambia un po' il modo di essere sia insegnanti che studenti . Ecco che le nostre vite domestiche, inevitabilmente, fanno capolino: ho notato che molte delle foto scelte per i profili online con cui ragazze e ragazzi si presentano ritraggono i loro animali da compagnia, e che durante le lezioni in rete questi stessi amici, cani o gatti, vengono a trovarci. Un muso qua e una coda là, tra futuristi e mosaici. Elliot Erwit, Parigi 1989.  Mi sembrava un argomento marginale ma nel clima da fase due la necessità di allegria si fa sentire. Perchè non indagare come gli artisti, e soprattutto i pittori, hanno rappresentato gli animali da compagnia? Una volta individuato il tema, iniziando a documentarmi  mi sono ritrovata alla prese con truppe di ... cani . Sì, scelgo loro, a dispetto dei gatti che girano nella mia di casa, in nome di una presenza che i

Il mondo nelle mani

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Nei giorni scorsi ho avuto la fortuna di assistere alle prove di un balletto. Si trattava della prova dello spettacolo dedicato al   mito di Apollo e Dafne , messo in scena dal coreografo  Aurelio Gatto  per i Teatri di pietra. Di passaggio nella provincia di Siracusa la compagnia ha scelto alcune scuole in cui svolgere le prove, in presenza di classi e docenti, e tra queste la scuola in cui lavoro, il Liceo Scientifico Leonardo da Vinci di Floridia. Non sono una frequentatrice di spettacoli di danza ed è stato bello scoprire una lettura così intensa ed attuale del mito. Come è noto Ovidio ne parla ne Le   M etamorfosi, ma l’incanto consiste appunto nel fatto che una storia così antica abbia ancora molto da dire . Lo spettacolo si concentrava sul tema del dubbio e della complessità : quelli di una bellissima giovane, Dafne, che si affaccia alla vita, e che sfugge allo slancio appassionato di Apollo. Sulla scena volteggiava il dio, innamorato della ninfa perché trafitto dalla f