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Silenziosa e incantevole. Racconto di città per immagini

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Che suono ha la città in cui abitate? Forse vivete in campagna o al mare e siete abituati al silenzio ma chi è cittadino sa che il suono di una città può essere particolare, finanche diventare una voce. Quel che è certo è che oggi Palermo è silenziosa - come tutta l'Italia - e che il suo consueto trambusto si è smorzato: dallo spazio lì fuori risuona il vuoto delle strade deserte, delle saracinesche abbassate. Il grigio dell'asfalto non è mai stato così visibile ed ecco che ogni tanto si avverte l'eco immensa di qualche sparuta auto o motocicletta che attraversa le vie. Gabriele Basilico, Palermo, 1998 . Che effetto vi fa la città vuota e silenziosa? Vi spaventa, vi rassicura, vi immalinconisce? Quel che vorrei è potere attraversarla - magari dall'alto - per godermi il vuoto surreale e nuovo (in attesa del ritorno alla normalità). Amo le città, amo la condizione metropolitana con tutte le loro difficoltà, e non potendo andare da nessuna parte mi consolo ricorda

Restiamo in contatto. L'arte e i gesti della tenerezza

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C'era un tempo in cui ci si abbracciava con tranquillità, in cui ci si incontrava andando liberamente in giro e ci si salutava come la consuetudine mediterranea insegna: toccandosi con slancio. Non si tratta di abitudini di chissà quale epoca ma lo stravolgimento dello stile di vita dettato dal virus fa sì che il momento della normalità sembri già lontano . Ci difendiamo restando a casa, adeguandoci al buon senso e ai decreti e ci mettiamo alla prova in questo tempo segnato dalla distanza. Non è ancora uno scenario apocalittico, forse lo diventerà o forse no, ma certo stiamo vivendo qualcosa di inaspettato. Lavorando per le mie alunne e i miei alunni, perchè si possa proseguire nello studio in questa strana condizione, mi veniva in mente una domanda: qual è la paura più grande che proviamo? Paura, ansia, angoscia, sono emozioni oggi rinnovate tanto più che il virus è qualcosa di invisibile. A ciascuno i suoi timori, ma forse una paura condivisibile è proprio quella dell'isolam

Ritratto senza volto. Pensieri sparsi sulla fotografia

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L'arte è tutta un racconto di corpi e di carne, e delle tensioni che da questi registri scaturiscono. Anche quando è in gioco il prestigio, la ricerca del potere, così come la denuncia o il racconto dei fatti, non è sempre di persone che le arti visive ci raccontano, e del loro spasmodico desiderio di essere , e di essere per qualcuno? Anche quando la 'carne' non c'è, o proprio in sua assenza. Ricordate il mito dell'origine della pittura , che nasce per l'appunto in forma di ritratto: è quel che racconta Plinio il Vecchio a proposito della figlia di Butade. Triste per la partenza dell'amato, cosa decide di fare il padre - un vasaio di Corinto - per consolarla? Realizzare un calco in argilla del volto del giovane, a partire dal profilo che la ragazza ne ha tracciato seguendo l'ombra su una parete. E' così che può tenere con sè l'innamorato e il suo ricordo. E' così che nasce il ritratto e che l'arte si colloca nella dimensione affettiva