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Una mappa per reinventarsi (o per perdersi). Gli artisti e la rappresentazione del mondo

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Nel libro L'arte della guerra è scritto che per vincere il nemico devi conoscere il suo territorio. Con quella scrittura lapidaria propria di un testo del V secolo a.C. Sun Zu ci suggerisce che per raggiungere l'obiettivo devi sapere dove stai andand o . In fondo, se è vero che il conflitto può essere anche letto come metafora della trasformazione di ogni esistenza, è come se ci si invitasse a disegnare una mappa del luogo che vogliamo raggiungere, fisico o immateriale che sia. O della persona che vogliamo diventare. In questo tempo in cui tutto è sospeso e nuovo mi succede di pensare alle mappe. Sono barricata in casa come tutti, conosco ogni anfratto della mia abitazione, conosco la mia scrivania (il luogo dove passo più tempo), eppure vorrei tanto una mappa: perchè sento che potrebbe cambiare qualcosa o forse sta già cambiando, nel modo di accostarmi a tanti aspetti del vivere : il lavoro, le relazioni, la ricerca della conoscenza, il tempo. Johann G. Immanuel Breitkop

E tu, che viaggio vorresti fare?

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E adesso una fotografia. Una foto di Ferdinando Scianna, pubblicata per le edizioni Henry Beyle nel libro Lettori , 2015. Un progetto dedicato alla lettura , accompagnato da un bel testo dello stesso Scianna. Ferdinando Scianna, Italia 1991. Amo questa foto. Me la porto dietro nel mio cassetto dei ricordi da quando ne ho preso conoscenza. Ogni tanto me la guardo sul monitor o su qualche stampa di poco valore (l'avrò, prima o poi). Me ne beo e mi ci immergo. Immagino qualcosa su di lei, su di lui, sulla storia che sembra avere inizio in questo bianco e nero. Il fatto è che tante immagini di fotografi noti e meno noti fanno oramai parte del mio immaginario privato. Ci sono immagini che tornano in mente come fossero fantasmi, o personaggi, quasi delle conoscenze amichevoli e benevole , preziose, che portano con sé una certa atmosfera - qualcuno la chiama ‘aura’. Immagini così cariche di qualcosa – energia, bellezza, stupore, inquietudine – da diventare contigue alla realt

Considerazioni per giovani esploratori

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Ore 13.15, uno studente mi domanda: “Prof, come faccio a migliorare i miei voti?”. L’alunno parte da un’ottima posizione e potrebbe considerarsi arrivato a destinazione. Ammiro chi non si accontenta, in un’ottica generale così come nell’apprendimento. La domanda innesca però delle riflessioni, anche perché al mio alunno ho dovuto dare una risposta.  Cosa vuol dire studiare? Rivolgo a me stessa il quesito in modo da trovare delle indicazioni (spero utili). Credo infatti che per rispondere a Giovanni se debba partire da qui. Si tratta di qualcosa che rischiamo di fare senza pensare troppo, anche solo per la tentazione dell'inerzia - insegnare, studiare, valutare - e già l'acquisire consapevolezza delle proprie azioni (e i pensieri sono azioni) è una conquista.  Studiare vuol dire tante cose e con me si parla di studio della storia dell’arte ma probabilmente alcuni ragionamenti possono adattarsi ad altri orizzonti ben oltre quello umanistico. In prima battuta studiamo