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'La cultura non si arrende'. L'arte che insegna la libertà

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Nei miei ancora pochi anni di insegnamento ho scoperto che ci sono alcuni aspetti della storia dell’arte che i ragazzi tendono a ricordare con più facilità. Si tratta di quegli episodi o esperienze che hanno a che vedere con i registri più intimi dell’esistenza . Esattamente quegli stessi registri che si prestano alla censura, che fanno gridare allo scandalo e che talvolta aprono dibattiti. Dove si parla di vita e di emozioni, di libertà e di passioni, l'attenzione si fa più forte . Ad esempio, arriva il momento in cui si studia Michelangelo , un grandissimo del Rinascimento, e arriva il momento in cui gli studenti sorridono difronte alle coperture applicate da Daniele da Volterra, colui che è rimasto tristemente noto nella storia come il ‘braghettone’, per aver messo appunto le 'mutande' ai nudi maestosi e terribili del Giudizio Universale della Cappella Sistina . Correva l’anno 1565, in piena Controriforma le nudità michelangiolesche risultavano per la morale dell

L'arte che seduce. Fino a dove ci spingiamo per possedere un capolavoro?

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'Prof, voglio diventare ricco. Così posso comprarmi quel quadro!'. Il dipinto che raccoglie tanto entusiasmo è di Raffaello: la bella e perturbante Fornarina . Nella stessa classe e nella stessa occasione altri due alunni mi chiedono quanto potrebbe valere un 'pezzo' dell'affresco della Scuola di Atene , sempre a firma di Raffaello. 'Potremmo provare a rubarlo...!'. Ribadito che le opere d'arte non si rubano e che è cosa buona non rubare un bel niente in generale, nello scambio di idee con i miei simpatici alunni mi è piaciuto intuire, al fondo, un s incero coinvolgimento . C'era del trasporto nelle loro parole, sembrava che avessero scoperto qualcosa: delle forme, degli sguardi, dei gesti nuovi. Cosa siamo disposti a fare per possedere qualcosa che ci piace? Cosa arriviamo a fare quando siamo coinvolti e sedotti da un'immagine o da un oggetto artistico? Mi sono venuti in mente due tipi di 'azioni', quelle costruttive, anche se posses

Il corpo sbagliato / 2

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Se c'è un'immagine a tutti chiara nella mente, che evoca in qualunque ragazzo la certezza di un ricordo, quella è la Venere di Botticelli:  La nascita di Venere , dipinta per i Medici alla fine del XV secolo e circondata da un'aura di mistero. Elaborata in un contesto elitario e raffinato che si nutre di Neoplatonismo, ricca di rimandi alle Metamorfosi di Ovidio e ad altri testi antichi, la tela propone la rappresentazione della bellezza ideale. Ma perchè ci appare così bella? Perchè piace così tanto? S. Botticelli, Nascita di Venere, 1482-85, olio su tela, Galleria degli Uffizi, Firenze. Lancio queste domande in classe ogni volta che la figura bionda appare sullo schermo della LIM o sul libro, consapevole della scivolosità delle argomentazioni. Si parte sempre da domande, per indagare non solo il Rinascimento italiano ma soprattutto il nostro pensiero e la nostra emotività. Ragionare in modo non superficiale su bellezza e gusto, sul perchè certe immagini diven

Il mondo nelle mani

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Nei giorni scorsi ho avuto la fortuna di assistere alle prove di un balletto. Si trattava della prova dello spettacolo dedicato al   mito di Apollo e Dafne , messo in scena dal coreografo  Aurelio Gatto  per i Teatri di pietra. Di passaggio nella provincia di Siracusa la compagnia ha scelto alcune scuole in cui svolgere le prove, in presenza di classi e docenti, e tra queste la scuola in cui lavoro, il Liceo Scientifico Leonardo da Vinci di Floridia. Non sono una frequentatrice di spettacoli di danza ed è stato bello scoprire una lettura così intensa ed attuale del mito. Come è noto Ovidio ne parla ne Le   M etamorfosi, ma l’incanto consiste appunto nel fatto che una storia così antica abbia ancora molto da dire . Lo spettacolo si concentrava sul tema del dubbio e della complessità : quelli di una bellissima giovane, Dafne, che si affaccia alla vita, e che sfugge allo slancio appassionato di Apollo. Sulla scena volteggiava il dio, innamorato della ninfa perché trafitto dalla f