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Chi sono? Un autoritratto per inventare se stessi.

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Quanti selfie vi concedete, durante le vostre giornate? Con quanti selfie intasate i vostri profili social? Tanti o pochi che siano vi sarà successo certamente di farvene uno, e ancora, che durante un qualche scatto al vostro volto vi siate sentiti un po' artisti, alla maniera di un Courbet o di un Rembrandt o Picasso, o ancora di una Frida Kahlo, solo alcuni tra i tanti autori che con gesto meno tecnologico ma ben più antico hanno reso celebre l'autoritratto, praticandolo molto, se non moltissimo. Selfie come arte? Chissà , intanto anche a questa pratica diffusa e quotidiana, democratica come solo la fotografia è riuscita ad essere, pervasiva e innocua al tempo stesso, è andato il pensiero durante la lettura del libro di James Hall, L'autoritratto. Una storia culturale (Einaudi, 2014). Diciamo autoritratto e pensiamo ad un genere artistico che mette in pratica verosimiglianza, certezza e precisione, come se l'artista realizzando un'immagine di sé potesse da

ll tempo che verrà. Domande sul futuro in forma di fotografia

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Tempo di scuola, tempo di nuovi inizi. Tra i banchi di aule a me sconosciute - da quest'anno lavoro in una diversa città, più vicino alla mia Palermo - c'è una parola che mi ritorna in mente, come una brezza leggera che mi avvolge e che mi scuote: futuro. Gli inizi sono accompagnati da riti, da gesti inaugurali, da parole che vorrebbero rendere più facile la strada e allontanare la paura. In un momento in cui per me si disegnano diversi inizi (e relativi addii, a quello o a chi c'era fino a ieri) questa parola grande che è 'futuro' si intreccia con tante idee e sentimenti, dando forma a domande che mi sembrano aleggiare dappertutto, dentro e fuori la scuola, sui sorrisi dei miei giovani alunni come sui volti di chi giovane non è: come alimentare la speranza? che aspettative ho? come affrontare l'ignoto? cosa mi riserva il domani? Domande difficili a cui forse non segue alcuna risposta ma è dei buoni inizi cercare il coraggio, e prendere di petto l'avvio.

E tu, che viaggio vorresti fare?

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E adesso una fotografia. Una foto di Ferdinando Scianna, pubblicata per le edizioni Henry Beyle nel libro Lettori , 2015. Un progetto dedicato alla lettura , accompagnato da un bel testo dello stesso Scianna. Ferdinando Scianna, Italia 1991. Amo questa foto. Me la porto dietro nel mio cassetto dei ricordi da quando ne ho preso conoscenza. Ogni tanto me la guardo sul monitor o su qualche stampa di poco valore (l'avrò, prima o poi). Me ne beo e mi ci immergo. Immagino qualcosa su di lei, su di lui, sulla storia che sembra avere inizio in questo bianco e nero. Il fatto è che tante immagini di fotografi noti e meno noti fanno oramai parte del mio immaginario privato. Ci sono immagini che tornano in mente come fossero fantasmi, o personaggi, quasi delle conoscenze amichevoli e benevole , preziose, che portano con sé una certa atmosfera - qualcuno la chiama ‘aura’. Immagini così cariche di qualcosa – energia, bellezza, stupore, inquietudine – da diventare contigue alla realt