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Ali per sognare. Sul cadere (e rialzarsi) nell'arte

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Accade a tutti prima o poi di cadere e di fallire. Ci ritroviamo per terra storditi e incapaci di reagire, stretti nella morsa che rende impraticabile ogni tentativo di rialzarci . Poi però ci rimettiamo in piedi, ci mettiamo un bel po', magari strisciamo anche su quella terra prima di rivolgere lo sguardo verso l'alto. Sta di fatto che in un modo o nell'altro - talvolta accade - ci si risolleva e si riprende una qualche direzione.  A. Giacometti, Uomo che cade, 1950, bronzo. Ho pensato al cadere ed al rimettersi in piedi in questi giorni intensi di esami di stato, ascoltando le mie alunne e i miei alunni del corso serale sostenere il colloquio d'esame . Certo, non sono stati gli unici studenti ad avere affrontato la prova, ma per molti di loro - adulti del Liceo artistico Basile D'Aleo di Monreale, che si sono dati una seconda occasione di studio - si è trattato di un appuntamento importante, vissuto come un riscatto, come un'opportunità di rilancio personale

'La cultura non si arrende'. L'arte che insegna la libertà

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Nei miei ancora pochi anni di insegnamento ho scoperto che ci sono alcuni aspetti della storia dell’arte che i ragazzi tendono a ricordare con più facilità. Si tratta di quegli episodi o esperienze che hanno a che vedere con i registri più intimi dell’esistenza . Esattamente quegli stessi registri che si prestano alla censura, che fanno gridare allo scandalo e che talvolta aprono dibattiti. Dove si parla di vita e di emozioni, di libertà e di passioni, l'attenzione si fa più forte . Ad esempio, arriva il momento in cui si studia Michelangelo , un grandissimo del Rinascimento, e arriva il momento in cui gli studenti sorridono difronte alle coperture applicate da Daniele da Volterra, colui che è rimasto tristemente noto nella storia come il ‘braghettone’, per aver messo appunto le 'mutande' ai nudi maestosi e terribili del Giudizio Universale della Cappella Sistina . Correva l’anno 1565, in piena Controriforma le nudità michelangiolesche risultavano per la morale dell