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Della caduta e altri imprevisti. Rossella Leone in mostra a Palermo

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Immaginate un uomo che cade, che fende l'aria attraversandola. Da dove cade, da quale altezza? Verso dove? Cosa lo spinge: la sua volontà, il suo dolore, o la follia del mondo che lo circonda? Ma siamo sicuri che stia cadendo, o forse sta volteggiando con grazia nel tentativo di risalire? Della caduta come metafora parla pressoché tutta la letteratura : di cadute che sono anche viaggi abbiamo piena la memoria, tra Dante, Alice e Ulisse, il cui viaggio cosa altro è se non un ritorno intriso di cadute nel mezzo degli ostacoli e contorsioni della vita. Ed esseri in caduta libera sono persino gli angeli , esseri misteriosi di cui l'arte europea è ricca, messaggeri in volo tra il registro tutto disperato degli uomini e il registro di chi guarda da un altrove. L'altrove sognato e sperato potrebbe essere peraltro la meta della caduta (che è anche il volo) del tuffatore di Paestum, immagine che nella sua semplicità è il racconto di un moto doppio, verso la vita ma anche verso l&#

Il corpo sbagliato

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"Prof, posso fare una domanda stupida?". "Certo, ma non esistono domande stupide". "Perchè quella scultura non ha più le mani?" . Scambio di battute con Alessandra, in una terza, a proposito di Cleobi e Bitone, i gemelli più famosi della scultura greca arcaica. Si stagliano alti e massicci, inespressivi ma solidi. Il tempo, oltre a portar via il colore che probabilmente li vivacizzava nel lontano VII secolo a.C., oltre a smussare la loro pietra e l'aura di sacralità che doveva circondarli, ha portato via anche le estremità superiori, almeno nel caso di uno dei due. Cleobi e Bitone, VII sec. a.C., marmo, Museo Archeologico, Delfi. Ecco che si è accesa una scintilla e la domanda ha innescato il desiderio di mettere insieme quelle opere, sculture e non solo, che hanno qualcosa di perduto o rotto, in un certo senso qualcosa di 'sbagliato' . Opere che propongono una diversa rappresentazione del soggetto per eccellenza dell'arte di tutt

Case, incubi e misteri

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Le nostre vite si svolgono dentro e attraverso delle case. Da una casa usciamo la mattina, in una casa rientriamo la sera dopo il lavoro . La casa è quel luogo dolce, protetto e confortevole che eleggiamo a centro di un'intera esistenza. Possiamo viaggiare, attraversare mari e deserti, andare di paese in paese nel modo più irrequieto e nomade possibile: sarà pur sempre una casa che ci accoglierà e sarà una casa che racconterà chi siamo.  Mi sono venute in mente tutte queste cose - e molte altre - facendo la scoperta di Shirley Jackson , scrittrice americana fino ad ora a me ignota, a cui sono approdata attraverso una serie Netflix, Hill House . Jackson è stata autrice del romanzo a cui si sono ispirati molto liberamente gli autori della serie,   L'incubo di Hill House ,  ed è autrice di racconti e romanzi considerati di culto nientedimeno che dal maestro dell'horror per antonomasia, Stephen King.  E' stata una rivelazione, ma soprattutto, leggendo sia i