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Visualizzazione dei post da settembre, 2019

Il paesaggio è fuggito dal quadro: l'educazione civica inizia dalle ore di Storia dell'arte

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Tra qualche tempo ricorderemo il 2019 come l'anno della generazione Greta , l'anno in cui migliaia di adolescenti sono scesi in piazza per ricordare l'importanza della salvaguardia dell'ambiente. Se ne parla in questi giorni e lo sguardo di noi adulti sui giovani si sta chissà trasformando , in nome di quella consapevolezza e determinazione che li rende svegli e in grado di pensare al futuro. Non solo generazione Iphone o generazione selfie ma anche generazione che sceglie di occuparsi di qualcosa di grande . Il corteo dello sciopero del 27 settembre 2019, Firenze (la Repubblica). Non so se l'arte può aiutarci concretamente nel controllo delle emissioni di gas o nel limitare l'aumento della temperatura terrestre, sono altre le aspirazioni di un artista! In ogni caso l'arte riguarda in varie modalità l'ambiente e il paesaggio e sempre, sempre, coinvolge l'uomo, dunque ci può dare indicazioni sul senso civico: l'apertura alla diversità, il s

Teneri, impetuosi o premeditati. Come ci si bacia nell'arte?

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"Dovresti essere baciata e da qualcuno che sa come" : ecco una delle irresistibili provocazioni che Rhett Butler (Clark Gable) lancia alla recalcitrante Rossella O'Hara   (Vivien Leigh), in uno dei film più celebri di tutti i tempi, Via col vento (1939, regia di Victor Fleming) .  Sappiamo bene come va a finire: il loro bacio sarà appassionato e tumultuoso , come la loro relazione. Non sappiamo, al contrario, che bacio sarà quello di un altro 'colossal', della storia dell'arte però, Amore e Psiche  di Antonio Canova. Non ci è dato sapere, visto che le due figurine sono colte nel momento in cui 'stanno per', protese in un quasi-bacio. Aprire un manuale di storia dell'arte destinato alle classi dell'ultimo anno di liceo vuol dire imbattersi nel Neoclassicismo  e dunque in Canova e nei suoi  marmi, rappresentativi del gusto per l'equilibrio e dell'armonia, nonchè del controllo delle passioni della fine del Settecento.  Il gruppo

ll tempo che verrà. Domande sul futuro in forma di fotografia

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Tempo di scuola, tempo di nuovi inizi. Tra i banchi di aule a me sconosciute - da quest'anno lavoro in una diversa città, più vicino alla mia Palermo - c'è una parola che mi ritorna in mente, come una brezza leggera che mi avvolge e che mi scuote: futuro. Gli inizi sono accompagnati da riti, da gesti inaugurali, da parole che vorrebbero rendere più facile la strada e allontanare la paura. In un momento in cui per me si disegnano diversi inizi (e relativi addii, a quello o a chi c'era fino a ieri) questa parola grande che è 'futuro' si intreccia con tante idee e sentimenti, dando forma a domande che mi sembrano aleggiare dappertutto, dentro e fuori la scuola, sui sorrisi dei miei giovani alunni come sui volti di chi giovane non è: come alimentare la speranza? che aspettative ho? come affrontare l'ignoto? cosa mi riserva il domani? Domande difficili a cui forse non segue alcuna risposta ma è dei buoni inizi cercare il coraggio, e prendere di petto l'avvio.