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Allegria a quattro zampe. Storie di cani nell'arte

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L'idea me l'hanno data loro, i miei alunni, come spesso succede per i soggetti dei post. In questi tempi di scuola a distanza cambia un po' il modo di essere sia insegnanti che studenti . Ecco che le nostre vite domestiche, inevitabilmente, fanno capolino: ho notato che molte delle foto scelte per i profili online con cui ragazze e ragazzi si presentano ritraggono i loro animali da compagnia, e che durante le lezioni in rete questi stessi amici, cani o gatti, vengono a trovarci. Un muso qua e una coda là, tra futuristi e mosaici. Elliot Erwit, Parigi 1989.  Mi sembrava un argomento marginale ma nel clima da fase due la necessità di allegria si fa sentire. Perchè non indagare come gli artisti, e soprattutto i pittori, hanno rappresentato gli animali da compagnia? Una volta individuato il tema, iniziando a documentarmi  mi sono ritrovata alla prese con truppe di ... cani . Sì, scelgo loro, a dispetto dei gatti che girano nella mia di casa, in nome di una presenza che i

Le forme dell'attesa. Dire quel che si prova attraverso le invenzioni degli artisti

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La parola di questi giorni è, per me, attesa . Non che non ce ne siano altre, di parole, come mancanza, dialogo (nel senso del 'due', perchè due siamo dentro casa), o silenzio, sospensione, e via continuando. Ma attesa è quella che più identifica qualcosa che non è solo stato d'animo ma una vera e propria dimensione di vita. Sveglia e progettuale, talvolta; malinconica e ovattata più spesso. Sta di fatto che mi sento dentro un'immensa attesa. Non è nemmeno detto che l'oggetto di questo attendere verrà dai prossimi giorni, forse viene dal passato o semplicemente da quel che è già ora: una condizione nuova e difficile in cui imparare a galleggiare. B. Klemm, Louvre, 1987. Spesso mi chiedo che senso ha fare arte o fruire dell'arte, di questi tempi . La scienza è chiamata all'elaborazione di antidoti contro un virus, la filosofia ad accompagnarci in un tempo e uno spazio di vita diversi da quelli naturali. A cosa servono i musei e le gallerie ora che son

Una mappa per reinventarsi (o per perdersi). Gli artisti e la rappresentazione del mondo

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Nel libro L'arte della guerra è scritto che per vincere il nemico devi conoscere il suo territorio. Con quella scrittura lapidaria propria di un testo del V secolo a.C. Sun Zu ci suggerisce che per raggiungere l'obiettivo devi sapere dove stai andand o . In fondo, se è vero che il conflitto può essere anche letto come metafora della trasformazione di ogni esistenza, è come se ci si invitasse a disegnare una mappa del luogo che vogliamo raggiungere, fisico o immateriale che sia. O della persona che vogliamo diventare. In questo tempo in cui tutto è sospeso e nuovo mi succede di pensare alle mappe. Sono barricata in casa come tutti, conosco ogni anfratto della mia abitazione, conosco la mia scrivania (il luogo dove passo più tempo), eppure vorrei tanto una mappa: perchè sento che potrebbe cambiare qualcosa o forse sta già cambiando, nel modo di accostarmi a tanti aspetti del vivere : il lavoro, le relazioni, la ricerca della conoscenza, il tempo. Johann G. Immanuel Breitkop

Il mondo in una stanza. Gli studenti e la scuola al tempo della lontananza

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"Ciao ragazzi, come state?". E' mattina, ore 9.00, siamo tutti virtualmente collegati . Tavolo della cucina, letto della cameretta o poltrona trasformati in banco scolastico. Mi rivolgo alle mie alunne e ai miei alunni di quinta con la formula di rito, che adesso si accompagna ad altre esclamazioni: "Ragazzi, com'è bello vedervi!". Sì, anche se ci 'vediamo' su un monitor. Già, la scuola al tempo dell'epidemia, ovvero la scuola al tempo della distanza. Scuola e distanza sono termini che non vanno d'accordo, fanno un ossimoro. Esiste la distanza fisica dettata dall'emergenza, quella che ha chiuso le aule e che ci ha fatti rintanare nelle case; una distanza colmata dalla tecnologia, più che mai salvifica anche quando zoppicante o difettosa. Scuola e distanza non vanno d'accordo per il semplice fatto che la scuola è nella vicinanza : è l'essere insieme, nel confronto e nella dialettica, finanche nello scontro o nel disastro. V.