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Chi sono? Un autoritratto per inventare se stessi.

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Quanti selfie vi concedete, durante le vostre giornate? Con quanti selfie intasate i vostri profili social? Tanti o pochi che siano vi sarà successo certamente di farvene uno, e ancora, che durante un qualche scatto al vostro volto vi siate sentiti un po' artisti, alla maniera di un Courbet o di un Rembrandt o Picasso, o ancora di una Frida Kahlo, solo alcuni tra i tanti autori che con gesto meno tecnologico ma ben più antico hanno reso celebre l'autoritratto, praticandolo molto, se non moltissimo. Selfie come arte? Chissà , intanto anche a questa pratica diffusa e quotidiana, democratica come solo la fotografia è riuscita ad essere, pervasiva e innocua al tempo stesso, è andato il pensiero durante la lettura del libro di James Hall, L'autoritratto. Una storia culturale (Einaudi, 2014). Diciamo autoritratto e pensiamo ad un genere artistico che mette in pratica verosimiglianza, certezza e precisione, come se l'artista realizzando un'immagine di sé potesse da

Ragazze, pensate in grande! O comunque con la vostra testa.

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"Difendi il tuo diritto di pensare, perché anche pensare erroneamente è meglio che non pensare affatto" . E' un'affermazione della matematica e filosofa Ipazia, attiva nel IV secolo a.C. ad Atene, una delle tante figure evocate in un libro di qualche anno fa, Storie della buonanotte per bambine ribelli: 100 vite di donne straordinarie , di Francesca Cavallo e Elena Favilli (Mondadori, 2017). Avevo trovato notizia di Ipazia in una recensione, poi nel libro stesso, entrambi i documenti portati in classe in varie occasioni, da leggere alle mie alunne ed ai miei alunni. Non sono più bambini, d'accordo, ma il libro è talmente gioioso con le sue illustrazioni, e ricco di insegnamenti con le biografie di donne di cui nulla sappiamo, che val la pena proporre l'argomento a tutte le età. Mi sono ricordata di questo piccolo pezzo della mia biblioteca ascoltando la notizia dell'ennesimo femminicidio e pensando alla ricorrenza della giornata contro la violenza s

Siamo davvero liberi? Esperienze d'arte e di cura a Palermo

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Tornando da scuola, qualche giorno fa, ho avuto una visione. Niente di soprannaturale, non fraintendete, ma si trattava comunque di una bella visione. Un murales in un luogo inaspettato : una mamma con il suo bambino che campeggiava dall’alto della facciata di un palazzo lungo la strada che da Bagheria porta a Palermo, quartiere Sperone . A destra il mare e monte Pellegrino, armonioso e acquattato sulla linea dell’orizzonte. A sinistra questa immagine viva, dai colori brillanti. Unico trait d’union il rosa: come le nuvole che screziavano il cielo in quel momento, rosa è la scritta che sta in basso al dipinto: Sangu e latti, s angue e latte. I. Scalisi Palminteri, Sangu e latti, 2019 @meridionenwes Una donna vista dall’alto, seduta su una sedia e intenta ad allattare, mentre osserva e abbracci a amorevolmente il figlioletto . Un’immagine quieta e vivace al tempo stesso , realizzata da Igor Scalisi Palm interi – già autore di diversi murales nel quartiere di Ballarò,  sempre a

Il paesaggio è fuggito dal quadro: l'educazione civica inizia dalle ore di Storia dell'arte

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Tra qualche tempo ricorderemo il 2019 come l'anno della generazione Greta , l'anno in cui migliaia di adolescenti sono scesi in piazza per ricordare l'importanza della salvaguardia dell'ambiente. Se ne parla in questi giorni e lo sguardo di noi adulti sui giovani si sta chissà trasformando , in nome di quella consapevolezza e determinazione che li rende svegli e in grado di pensare al futuro. Non solo generazione Iphone o generazione selfie ma anche generazione che sceglie di occuparsi di qualcosa di grande . Il corteo dello sciopero del 27 settembre 2019, Firenze (la Repubblica). Non so se l'arte può aiutarci concretamente nel controllo delle emissioni di gas o nel limitare l'aumento della temperatura terrestre, sono altre le aspirazioni di un artista! In ogni caso l'arte riguarda in varie modalità l'ambiente e il paesaggio e sempre, sempre, coinvolge l'uomo, dunque ci può dare indicazioni sul senso civico: l'apertura alla diversità, il s

Teneri, impetuosi o premeditati. Come ci si bacia nell'arte?

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"Dovresti essere baciata e da qualcuno che sa come" : ecco una delle irresistibili provocazioni che Rhett Butler (Clark Gable) lancia alla recalcitrante Rossella O'Hara   (Vivien Leigh), in uno dei film più celebri di tutti i tempi, Via col vento (1939, regia di Victor Fleming) .  Sappiamo bene come va a finire: il loro bacio sarà appassionato e tumultuoso , come la loro relazione. Non sappiamo, al contrario, che bacio sarà quello di un altro 'colossal', della storia dell'arte però, Amore e Psiche  di Antonio Canova. Non ci è dato sapere, visto che le due figurine sono colte nel momento in cui 'stanno per', protese in un quasi-bacio. Aprire un manuale di storia dell'arte destinato alle classi dell'ultimo anno di liceo vuol dire imbattersi nel Neoclassicismo  e dunque in Canova e nei suoi  marmi, rappresentativi del gusto per l'equilibrio e dell'armonia, nonchè del controllo delle passioni della fine del Settecento.  Il gruppo